7 novembre 2010

Il moralista

Da tempo al centro del discorso politico-mediatico in Italia vi sono le categorie morali, il che sarebbe anche nobile, se non fosse che il loro uso è evidentemente pretestuoso. La morale dovrebbe essere lasciata alla sfera personale dei cittadini, liberi di uniformare il proprio stile di vita ai dettami della propria coscienza.
Nel dibattito italiano però a veder meglio non è l’etica ad essere protagonista bensi la sua degradazione, cioè il moralismo. Questo rimane vago e scivola così nella sfera politico-partitica, è anzitutto una pretesa rivolta agli altri, e troppo poco un dovere personale della nostra vita quotidiana come dice Herr Ratzinger.
Il moralista è quindi un sofista, un giocoliere delle parole, che critica il decadimento dei costumi e dei comportamenti delle persone lamentando la mancanza di moralità, ma evitando accuratamente di definirla. Egli è un’illusionista che usa la propria coltre di parole fintamente morali nella contesa politica per attaccare, o difendere, alla bisogna e in base a non precisati riferimenti etici, determinate persone. Con i suoi artifici retorici il moralista attacca i nemici e difende i propri amici, accusa gli avversari politici e protegge i suoi soci facendo uso di concetti etici vaghi. Egli è particolarmente incline all’uso della doppia morale per cui un medesimo comportamento può essere esaltato o stigmatizzato a seconda di chi lo metta in atto.

Qualche giorno fa mi sono imbattuto in un esempio particolarmente vistoso di moralismo, talmente manifesto da mandarmi quasi di traverso l’amata Coca-Cola serale.
Alfonso Signorini, direttore di vendutissimi settimanali, cantore del berlusconismo più pop e ascoltatissimo consigliere in quel di Arcore, ha attaccato a testa bassa un concorrente del Grande Fratello che difendeva la sua scelta di svolgere l’attività di gigolò. L’affondo più netto è nella frase “non si può legittimare la prostituzione in un programma in prima serata…l'orgoglio gigolò non può esistere”. E’ del tutto evidente l’uso specioso delle categorie morali nell’intemerata: Signorini, che vuole vestire come Wilde e invece sembra il manichino di Oscar Giannino, addita al pubblico il comportamento immorale di un soggetto debole che si prostituisce, evitando accuratamente di fare altrettanto con il comportamento speculare di un potente che paga le proprie compagnie (in questi giorni abbiamo visto alcuni esempi di ciò). Si vuole far passare il concetto che nel mercato dei corpi  solo l’offerta sia censurabile, mentre la domanda è del tutto legittima in quanto da considerare privata.
E’ la manifesta doppia morale che si accanisce con i deboli e chiude tutti e due gli occhi con i forti. E’ il gioco delle tre carte che permette di manipolare l'etica per criticare gli avversari e difendere gli accoliti.
In realtà niente di nuovo sotto il cielo: già 50 anni fa il moralista di Alberto Sordi sotto una patina di puritanesimo, nascondeva interessi personali poco commendevoli.
[avrei voluto inserire in chiusura il video dell'attacco di Signorini all'improbabile gigolò, ma ho scoperto che non vi sono filmati su YouTube relativi all'edizione in corso del Grande Fratello, il che mi fa sospettare che quest'anno Mediaset sia riuscita ad imporre un efficiente embargo sui propri materiali alla piattaforma. Ennesimo esempio di come le aziende italiane siano poco inclini ad accettare le moderne logiche web oriented, esistono canali appositi in cui i Broadcasters inseriscono il meglio della propria produzione per farla conoscere ad un pubblico più vasto e per produrre ulteriori entrate pubblicitarie: questa strategia è usata da tutti i network americani (ricchissimo di materiale il canale della CBS)  e da quelli inglesi]


Nessun commento: