25 gennaio 2011

Fair Play

"E' avvivato il momento, di dire basta a tutti questi livorosi, e falliti, sinistrati.Io voglio, pretendo, ma cosa?Ma chi siete, prima di ogni altra cosa rispettate i vincitori dell'elezioni. Siete solo dei mendecatti, a sparlare su tutto e su tutti"
da Il Giornale - commenti dei lettori

23 gennaio 2011

Mare Nostrum

Mentre noi, inguaribili romantici di provincia, parliamo di “puttanai” il Mar Mediterraneo torna a sorpresa al centro dei fatti del mondo.
L’Algeria, le cui coste distano poco più di 200 km dalla Sardegna, è scovolta da rivolte popolari a lungo sopite: negli anni ’90 il paese fu uno dei primi ad essere travolto dall’onda lunga del radicalismo islamico, all’inizio di quella decade il Fronte Islamico di Salvezza vinse prima le elezioni amministrative e poi quelle politiche, spingendo l’Esercito a prendere il controllo del paese con un colpo di stato che di fatto bloccò il processo di democratizzazione inizato dalla lotta d’indipendenza  dalla Francia.
In Tunisia (le cui coste sono a 100 Km dall’isola di Pantelleria) gli scontri sono stati ancora più feroci e il paese sembra essersi liberato dal Presidente Ben Alì che guidava il paese, grazie al controllo su polizia e servizi segreti, dal 1987, quando aveva conquistato il potere con l’appoggio di Bettino Craxi.
In Egitto dall’inizio dell’anno ci sono attacchi dei musulmani radicali ai danni della minoranza cristiana del paese (circa 7 Milioni di fedeli). Qui Mubarak domina incontrastato da 30 anni grazie ad un presindenzialismo carismatico forte e ad un quasi assente bilanciamento dei poteri costituzionale, al punto che da tempo si sa che il suo successore sarà uno dei suoi figli. Da notare che questo paese, leader politico e culturale del Nord Africa, è stato la culla del radicalismo islamico grazie alla nascita, già negli anni ’20, dei Fratelli Musulmani, oggi presenti in Parlamento e radicati nella borghesia egiziana.
E poi, per non farci mancare nulla, da qualche giorno si è messa in moto anche l’Albania, paese non solo vicino geograficamente, ma anche culturalmente (l’italiano è la seconda lingua del paese), con morti in piazza durante le dimostrazioni contro la corruzione dilagante nel governo del paese.
Per non parlare della Grecia in cui i moti di piazza dovuti alla cura da cavallo che il paese deve affrontare per risanare i suoi conti pubblici sono iniziati da mesi.

Il Mediterraneo è una polveriera alimentata dalla crisi economica e in cui nei prossimi mesi potrebbero svolgere, nel Maghreb, cioè sulla soglia di casa nostra, un ruolo politico importante i partiti islamici, forti di un largo consenso popolare e dell'esclusione, in modi poco democratici, dai giochi di potere degli ultimi 20 anni. Gli effetti sociali potrebbero essere anche più dirompenti, basti pensare al possibile rafforzamento della propulsione migratoria che inevitabilmente punterà sulle coste italiane.
Il 2011 sarà un anno estremamente complicato sotto il profilo politico per l’intera area e i focolai di protesta sono destinati ad estendersi a causa di una crisi economica che morderà con sempre maggior ferocia soprattutto gli strati più poveri della popolazione. Quale sarà il prossimo paese a vedere le proprie piazze riempirsi di manifestazioni di protesta?

E' possibile che il vento del Nord Africa tocchi la Libia dell’ "amico" Gheddafi, in sella da oltre 40 anni, ma ben presto solcando il mare arriverà anche in Europa occidentale. E dove? I maggiori indiziati, a causa delle sempre più evidenti difficoltà economiche, sono la Spagna e l’Italia. Ma mentre i nostri cugini iberici hanno una costruzione istituzionale ben salda, la nostra architettura costituzionale e politica è stata violentata da quasi 20 anni di berlusconismo e leghismo, che hanno minato la credibilità delle nostre istituzioni e indebolito fortemente la fiducia dei cittadini nei confronti di quasi tutte le figure di riferimento dato che all'abbisogna si spara ad alzo zero contro il Capo dello Stato, i giudici (nell'ordine CSM, Corte Costituzionale, Cassazione, ma se serve si cannoneggia senza problemi anche l'oscuro Giudice di Pace di Isernia), la polizia, la Chiesa, i mezzi d'informazione (quelli su carta o web, la TV rimane il Verbo), la Banca d'Italia, gli organismi europei, Alien, Predator e Duffy Duck.
Il nostro paese è un birillo che sta già vacillando pericolosamente. 
Nei prossimi mesi sapremo se cadrà o riuscirà a ritrovare equilibrio.
Meglio parlare di troie...e ballare come fossimo nei 60's.

20 gennaio 2011

Bè se sa parlare

"Mettetevi in testa, cari comunisti di .......che a noi non interessa la vita privata del premier, ma solo quella pubblica, sa governare, sa parlare, sa cucire i rapporti con l'estero, ecc...questo è importante per noi, perchè non lo capite?"
da Il Giornale - commenti dei lettori

17 gennaio 2011

Islam di governo

"governo ed enti locali,fanno di tutto per favorire i musulmani,e per far mettere radici a loro e all'islam.finiremo come in olanda prima,e bosnia poi.sappiatelo."
Dal sito del PDL - Spazio Azzurro

16 gennaio 2011

Secondo Rinascimento

"Berlusconi è un novello anfitrione altro che mezzano,Anfitrione e Mecenate.E' il fondatore di fatto del 2 rinascimento italiano in qualità di signore della Brianza.Puo' essere paragonato a Lorenzo il Magnifico o a Ludovico il Moro. Questi giudici si fanno abbrutire dalla cronaca nera e dalle allucinazioni visive della sinistra,corrotta e decadente."
da Il Giornale - commenti dei lettori