23 febbraio 2011

Amico è

L’ho scritto in tempi non sospetti (nel post Miracolo Italiano): il nostro glorioso Premier porta una sfiga leggendaria.
Per quanto riguarda gli inquietanti pregressi vi rinvio al suddetto post, questo è un mero aggiornamento legato all’attualità. Giusto 2 mesi fa il Presidente del Consiglio ha dettosono legato da amicizia vera con il presidente egiziano Mubarak, con il presidente libico Gheddafi e con il presidente della Tunisia Ben Ali”.
Ricapitolando: 
L'amico vero Ben Alì, dopo 23 anni di potere assoluto, viene costretto alla fuga dalle proteste di piazza a gennaio. Secondo voci (poco credibili) sarebbe morto.
L'amico vero Mubarak, dopo 30 di governo, è costretto alla fuga dai moti che infiammano Il Cairo.  Secondo voci (anche queste ben poco credibili) sarebbe morto. 
L'amico vero Gheddafi tiranneggia in tranquillità il proprio paese, da oltre 40 anni, ma poche settimane dopo la letale dichiarazione d'amicizia si ritrova le piazze del proprio paese intrise del sangue dei contestatori e la comunità internazionale lo mette nell'angolo. Nessuna voce di una possibile morte, ma in questo caso è l'esito finale più probabile.
In certi casi è assai opinabile ciò che diceva Dario Baldan Bembo. E’ tutto da dimostrare che “l’amico è qualcosa che più ce n’è meglio è”


22 febbraio 2011

Garantismo ad orologeria

"Bisogna ammanettare Travaglio fomentatore di violenza odio ecc, altrimenti sarà troppo tardi"
Dal sito del PDL - Spazio Azzurro

21 febbraio 2011

(proposta di) Comunicato Stampa della Farnesina

Gheddafi preoccupato per le sorti
del suo più stretto collaboratore
a Bengasi, Ciccen Ingrois

Il Governo Italiano manifesta la propria solidarietà e la massima fiducia nel Governo Libico legittimamente alla guida del Paese, attaccato in questi giorni da facinorosi manifestanti che anziché dedicarsi allo studio o al lavoro, bighellonano pericolosamente per le vie di Bengasi e Tripoli costringendo le forze dell’ordine a far uso di missili sulla folla, certamente costituita da radicali islamici, per non parlare delle probabili infiltrazioni comuniste guidate dal Movimento Bolscevico della Cirenaica, noto per le sue alleanze internazionali con organizzazioni estremiste come i famigerati Nazisti dell’Illinois.

In un momento cosi difficile per il nostro amico Gheddafi, che ci ha onorato di numerose visite ufficiali nel biennio 2009/10, ribadiamo che il liberatore della Libia è un “cliente originale dell’Italia” (cosi come dichiarato dal PdC Silvio Berlusconi il 13/6/09) e che “chi non capisce che l’amicizia tra Libia e Italia è un vantaggio per tutti appartiene al passato ed a schemi superati” (sempre SB 30/8/2010). I nostri rapporti con il Rais “non li ha nessun altro paese” (Frattini 2/9/10) e in virtù di ciò il Governo Italiano garantirà il massimo appoggio all’amico africano in questo delicato passaggio storico.

Nel caso in cui gli eventi volgessero al peggio e l’avventata forza della storia dovesse rovesciare il governo libico, l’Italia s’impegna a fornire ospitalità e protezione  al Rais e alla sua famiglia. Il  Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, noto per la prodigalità e per la sincera amicizia con il leader libico, metterà a disposizione di tutto l’entourage del “Colonnello” la propria magione sarda (Villa Certosa), una volta sgomberata dei terremotati abruzzesi e attrezzata con una tenda beduina munita di saletta Bunga-Bunga.

18 febbraio 2011

Bindi Premier: un'antologia d'Hamore

Meglio un Berlusconi in mutande che la Bindi vestita! 

Con Bersani leader del PD Berlusconi avrebbe avuto ottime possibilità di rivincere le prossime elezioni. Se però leader dell'antiberlusconismo sarà la Bindi (o Vendola il gay), allora Berlusconi avrà la matematica certezza di stravincere.

speriamo speriamo speriamo! Magari la sinistra scegliesse la Bindi, così vinciamo per altri 50 anni!!! ....certo che il solo proporre una persona, astiosa, invidiosa, livorosa una che ha fatto dell'odio al premier la sua ragione di vita (daltr'onde con quella faccia non è che le restassero molte alternative) dimostra ancora una volta la pochezza che regna tra l'opposizione, nonostante il Premier ci abbia messo del suo nel dargli una mano, se sono ridotti alla Bindi siamo a cavallo.... e ricordando le Sue accorate parole " non sono una donna a sua disposizione!"mi viene spontaneo: meno male!

Perchè no: avremo un governo più bello che intelligente! Ma non avevano altri da proporre. E proprio vero si invecchia e non si diventa più saggi, ma alcuni, tanti, me compreso, diventano rinco.......i. Anche Vendola, però, non scherza.

Contro la Bindi, persino Sbirulino vincerebbe. E' una donna da cortile la BIndi, acida, bonacciana e petulante, demagogica, ipocrita, incompetente...diciamo il prototipo del politicante che nella vita non ha mai combinato niente. Attirerà 1 pò di voto femminile, ma perderà molti voti maschili, perchè è odiosa come donna, a prescindere dall'aspetto

Rosy Bindi presidente del consiglio,sostenutada Vendola e Fini e benedetta da Prodi.Cioè un'alleanza di,lesbiche,finocchi e infami,benedetta da uno come Prodi notoriamente dedito,come da lui affermato,alle sedute spiritiche.Scappo nel piu' disagiato paese del mondo: sarebbe comunque migliore di un'Italia rtidotta a questo!

La Bindi come la Tatcher? ahahahahahaha! con quel cervello che si ritrova più che "diversamente nuova" è diversamente abile. Speriamo davvero che venga designata come premier dal PD: ragazzi si vincono le elezioni per almeno altri 4 turnate. E poi al suo compleanno si mettono a cantare "Bella ciao"?..ma per favore, bevete di meno e cambiate pusher!

da Il Giornale - commenti dei lettori

17 febbraio 2011

Il "rappresentabile"

"Gli italiani tutti da nord a sud vogliono il presidente Berlusconi. In assoluto il più affidabile, il più credibile, il più capace, il più rappresentabile per l’Italia"
Dal sito del PDL - Spazio Azzurro


14 febbraio 2011

Il Cinefilo

Lo smutandato Giuliano Ferrara in questa intensa settimana offre diversi spunti di riflessione. Riesumato dal sarcofago dorato del Foglio, giornale che non ho mai visto nella realtà (avete mai visto qualcuno al parco sfogliare sotto il sole il giornale diretto da Ferrara?), l’ex per eccellenza (ex comunista, ex craxiano, ex CIA, ex star della trash tv, ex ministro, ex fondamentalista cattolico) è tornato al centro del dibattito politico nazionale chiamato da Berlusconi per un tentativo di disperata comunicazione d’emergenza in cui egli è maestro: buttarla in caciara, inserendo nello schiamazzo dotte citazioni, tanto per far sembrare la gazzarra di classe.

Il paradosso di Heidegger
sulle cazzate
L'apertura è aggressiva come si conviene ad uno spericolato scacchista ed è  l’intervento fiume in diretta al TG1: quasi 6 minuti di soliloquio, un tempo televisivo che equivale a 4 pagine di editoriale cartaceo soporifero, a base di sofismi anti intellettuali contro i “professoroni”, attacchi al sedicente neo-puritanesimo, citazioni di Cromwell e Kant. Ecco, appunto: buttarla in caciara, elevare una cortina fumogena che confonde e rimescola le acque, ma fatto in modo (apparentemente) dotto, in base al principio per cui se scappa una cazzata basta attribuirla ad Heidegger per fare in modo che suoni convincente. Dice Ferrara che i peccati vanno detti al confenssore, “ma non è possibile trasformare i peccati e i vizi in reati”. Cosa che nessuno sta facendo: i magistrati indagano su fatti specifici (la telefonata in Questura per cui si ipotizza la concussione e il rapporto sessuale con una minorenne per cui si ipotizza la prostituzione minorile). 
La cosa che mi colpisce del giornalista, che ha un ego pari solo a quello di D’Alema, è il risentimento che nutre da sempre nei confronti del giornale Repubblica, cosa che mi fa sospettare che la guida di quel giornale sia il desiderio latente che lo angustia da una vita, come l’uomo che viene respinto dalla donna dei propri sogni e ne diventa per ripicca il più triviale dei detrattori (ma chi quella? Ma quella è una troia!). Al TG1 il direttore del Foglio ha addirittura lanciato una guanto di sfida contro il fondatore di Repubblica Eugenio Scalfari dicendo che gli piacerebbe confrontarsi con lui perché “se uno è un liberal come loro dicono di essere deve amare il contraddittorio e il confronto”. Affermazione dalla doppia lama pericolosa, visto che se è vero, come è vero, che il confronto, soprattutto televisivo, è il sale delle moderne democrazie, sarebbe opportuno che lo spin doctor al momento alla guida della plancia di comunicazione del Premier, ricordasse al suo assistito il medesimo principio: Berlusconi rifiuta un confronto elettorale sin dal 2006 (contro Prodi), evitandolo sempre quando in vantaggio nei sondaggi (2001 vs Rutelli e 2008 vs Veltroni).

Il giorno dopo sul Foglio esce un’intervista al Premier fatta dallo stesso Ferrara…letteralmente: sia nella forma (non c’è il grassetto che per convenzione separa intervistatore e intervistato) che nella sostanza (le frasi dell’uno e dell’altro sono perfettamente intercambiabili) non vi è distinzione di ruolo, quindi l’intervista non è tale, è più che altro uno sdoppiamento di Ferrara che si pone le domande e si da le risposte alla Marzullo (prodigi della comunicazione politica terzomondista di questo paese).  Un passaggio della parole di Ferrara (che interpreta il Premier) mi ha colpito: in una democrazia il giudice di ultima istanza, quando si tratta di decidere chi governa, è il popolo elettore e con esso il Parlamento, che sono i soli titolari della sovranità politica”. Se avessi il senso di ragno come il fortunato Peter Parker (saltare tra i grattacieli e scopare MJ non denotano mala sorte) avrebbe tintinnato con forza. Questa frase mi ricorda qualcosa…hummm…ecco! Nella famosa scena finale del (mediocre) Caimano, Nanni Moretti mette in bocca al Premier la frase “in una democrazia liberale chi governa può essere giudicato solo dai suoi pari e cioè dagli eletti dal popolo” (potete vederla qui a 5’50’’).

Siamo ormai finiti dentro un film?
Si, direi che siamo sempre più in zona Viale del tramonto.