30 novembre 2010

Di notte lavora

"Berlusconi è sempre sorridente, gioioso altruista, generoso ed io gli credo quando dice che di notte lavora per il bene dell'italia e lo si vede dallo sguardo sereno"
Dal sito del PDL - Spazio Azzurro

Spectre

Il nostro Ministro degli Esteri, quello che ha l’aplomb di un modello di impermeabili e l’eloquio di un calciatore a inizio carriera, in questi giorni ha avuto un bel da fare per tentare di smorzare preventivamente, l’effetto delle rivelazioni di Wikileaks. Chiunque sappia qualcosa degli ambienti diplomatici sa perfettamente di quale considerazione internazionale l’Italia abbia goduto in passato e come questa fama, già non positiva, sia precipitata a livelli sudamericani negli ultimi anni grazie alle performance fuori dagli schemi del nostro amato leader che si ostina a comportarsi con la bonomia dell’uomo di strada in ambienti che, volenti o nolenti, sono ancora profondamente aristocratici.

Il Ministro Frattini ha dichiarato ufficialmente il 26/11 che stavano per emergere “vicende delicate che rappresentano il sintomo di strategie dirette a colpire l’immagine dell’Italia sulla scena internazionale, mettendo nello stesso cesto non solo pere con mele, ma anche palline da ping-pong e fagiani: l’attacco a Finmeccanica è un’inchiesta della magistratura italiana su un’azienda italiana, i rifiuti di Napoli ed il crollo di Pompei sono fulgidi esempi della cattiva amministrazione del nostro paese, mentre la rivelazione di rapporti riservati della diplomazia USA è un colpo assestato alla super potenza occidentale, o a ciò che rimane di essa. Il 28/11, sempre in via preventiva, Frattini ha dichiarato che il mondo fosse in procinto di assistere “all’11/9 della diplomazia”. 

Il gatto della Spectre è Romeo
e vuole conquistare il Colosseo
Insomma, il governo ha cercato di tenere il basso profilo sulla vicenda. Ma se si pensa al complotto sarebbe interessante sapere chi si sospetta ci possa essere dietro. Ovviamente questo non può essere fatto in quanto nessun complotto c’è ai danni dell’Italia, paese che contando assai poco sulla scena internazionale è stato appena sfiorato dalla documentazione (ancora sommaria) di Wikileaks. A meno che qualcuno non pensi seriamente che ci sia una Spectre planetaria che, visto che ormai James Bond ha passato la novantina, si è convinta che sia giunto il momento di conquistare il mondo e che l’Italia possa essere un primo passo verso la scalata globale.
Ovviamente non c'è nulla di tutto questo e il grido "complotto" è una stratagemma sempre utile quando si vuole ammansire l'opinione pubblica: la trama internazionale crea paura e bisogno di unione, la suggestione dei fumosi poteri mondiali tende a compattare quel pezzo di opinione pubblica che si riconosce nella destra berlusconiana.  

Ciò che è avvenuto in questi giorni (e che si svilupperà nelle prossime settimane: al momento sono stati vagliati meno di 300 documenti su 250.000) è ben più interessante. In primo luogo emerge la figura di Juliane Assange (accetto scommesse sul fatto che sarà l'uomo dell'anno di Time), definito hacker e giornalista, ma che non è nè l'uno nè l'altro, ma che ha compreso meglio di tanti i meccanismi della nuova comunicazione. Creando un brand fortissimo (quello di Wikileaks) e accentrando su di se un'attenzione planetaria non indifferente, con una sorta di personalizzazione del marketing che mi ricorda Steve Jobs, la cui immagine è indissolubilmente legata ai suoi prodotti. 
In secondo luogo appare chiaro come i governi di tutto il mondo non abbiano ancora valutato a dovere il cambiamento delle nuove tecnologie nella gestione delle informazioni: la rete che conteneva i telegrammi diplomatici diffusi (e valutati nè Secret, nè tantomeno Top Secret) era accessibile a 3 Milioni di funzionari americani e questo oggi rende quasi inevitabile delle perdite. Un tempo sarebbe stato complicato portare via un faldone con 250 mila pratiche, adesso con pochi secondi di download ed una pen-drive da 10 euro si può fare un'originale regalo di natale all'opinione pubblica internazionale.

Tutto questo non porterà al funerale della diplomazia segreta che è sempre esistita e sempre ci sarà, ma dovrà far maturare nei sistemi d'intelligence di tutto il mondo una nuova filosofia della sicurezza e della diffusione delle informazioni. Già qualcuno dice che Assange è un Robin Hood moderno, altri sostengono che sia un pupazzo manovrato da potenze straniere che vogliano accelerare il declino americano. Credo che non sia nulla di tutto questo, anche se la componente dell'eterodirezione non si può accontonare del tutto. Assange è un uomo che ha individuato, per primo, una falla enorme nella concezione stessa dei sistemi informatici moderni e ci si è inserito dentro: questa è l'era della condivisione orizzontale, mentre l'intelligence è per definizione segreta (informazioni riservate) e verticale (informazioni raccolte singolarmente dal basso e valutate complessivamente dall'alto). Questi due sistemi non possono convivere. Assange lo ha compreso e con un gesto dalla forte valenza anarchica lo ha mostrato al mondo.

28 novembre 2010

I studenti (somari)

"Cara Gelmini vai avanti con le tue idee,non farti infinochiare da Bersani,asino,e somaro muore,i studenti in gamba non anno voglia di manifestare,solo i cialtroni"
Dal sito del PDL - Spazio Azzurro

La forza del Destino

Questa settimana Emilio Fede, giornalista quasi 80 enne, ha avuto modo di dire la sua sulle proteste studentesche. Il suo punto di vista benpensante è che “la protesta può essere legittima, si possono chiedere vantaggi, si può chiedere che qualcosa vada modificato, ma fare quello che hanno fatto queste bande, sono delle bande, ci sono centinaia di ragazzi organizzati…questa è gentaglia”. E fin qui, tutto sommato, ci possiamo anche stare visto il clima da stadio che si respira nel nostro paese. Quello che viene dopo un po’ di meno, perché il direttore del TG4 precisa come si dovrebbero gestire certe situazioni: “il popolo civile quale noi siamo dovrebbe intervenire e menarli perché questi capiscono solo di essere menati”. Cioè, per il bonario giornalista non dovrebbero nemmeno essere le forze dell’ordine, nel caso, ad intervenire per quietare gli animi ed evitare che si verifichino incidenti, ma dovrebbe essere la (cosiddetta) società civile, la (tanto decantata) maggioranza silenzioza, il (fantomatico) popolo moderato o, forse, l’affettuoso Partito dell’Amore, a tirarsi su le maniche e menare ceffoni a quelli che il giovin Fede probabilmente definirebbe facinorosi, con quell’italiano ottocentesco che tanto piace alla fetta più arcaica della società italiana (non a caso è un termine assai presente nell’eloquio berlusconiano). Le botte in piazza tra opposte fazioni sarebbero la logica conclusione per questo clima avvelenato di divisione che da anni respira il paese, ma speriamo che non si arrivi mai a quel punto perché troppe forze, da troppo tempo, stanno caricando a molla una parte della società e se questa tensione un giorno dovesse trovare uno sfogo, la situazione potrebbe precipitare in maniera irreversibile.

A volte però la forza del destino si impone con divina e poetica potenza sulle umane questioni. Il giorno prima che Fede lanciasse il suo appello al “popolo civile” capita che il menato sia lui: la sera del 23/11 in un esclusivo ristorante Milanese, il giornalista Mediaset si imbatte in Gian Germano Giuliani (72 anni, in questo bizzarro paese anche le risse da "pischelli" sono over 70), l’imprenditore dell’Amaro Giuliani, il quale anziché fornirgli un rimedio lassativo gli rifila “due schiaffi e un pugno fatto bene”. I motivi del contendere di questo "dinosaurs' fighting" sono perfettamente spiegati sul blog di Selvaggia Lucarelli (donna da Hamare sia per come scrive che per come sceglie le scarpe) e si possono sintetizzare con il classico "questione di donne" (dicitura tipica degli scontri, appunto, tra "pischelli").  
Che bella la forza del destino, quasi meglio di quella verdiana!

25 novembre 2010

Il burattinaio

Quando ho creato la rubrica “Pensieri d’hamore” era mia intenzione mettere in risalto l'inquietante follia che aleggia da tempo in questo paese e che non permette una dialogo, un confronto, tra le parti, divise ormai da un’insofferenza che sfiora l’odio. Volevo quindi porre in rilievo frasi estremiste che provenivano da entrambi i fronti, ma poi all’atto pratico ho scoperto che quelle più efferate sono sui siti dei sostenitori del Partito dell’Amore. Ho provato a cercare su Repubblica, l’Espresso, il Fatto, ma niente da fare: al massimo si auspica la gattabuia per questo o quello, senza particolare accanimento nei confronti dei sostenitori della parte politica avversa.
Quest’oggi credo di aver scoperto chi si cela dietro i messaggi più cruenti, con somma sorpresa è unica la mente che produce i commenti più deliranti e violenti, un uomo alimentato da violenza e ferocia senza pari. Un soggetto la cui alterazione mentale produce comportamenti al di fuori di ogni schema e regola. Il burattinaio della furia del centro-destra è Nicolas Cage:



Eh?!?

"per me è gravissimo che qualcuno voti il PCI V.1.3 volgarmente detto PD o uno dei suoi fiancheggiatori, e in quanto tale diventa corresponsabile dei crimiini contro l'umanità del regime sovietico. Pertanto merita di essere passato immediatamente per le armi"
Dal sito antiKomunista (blog "segnalato" dal sito del PDL) - commenti

L'oracolo di Omaha

Warren Buffett, che potete vedere in questa foto vestito da rock-star durante un suo delirio senile che gli ha fatto credere che girare uno spot pubblicitario in quelle vesti fosse una buona idea, è un arzillo 79 enne che ha accumulato un patrimonio personale di 47 Miliardi $ (secondo la classifica di Forbes del 2010). In altre, quello che vedete in foto è il terzo uomo più ricco del pianeta. Per dare un’idea preciso che Berlusconi figura in classifica al 74° con “miseri” 9 Miliardi $.

Questo anziano multi-miliardario è molto stimato non solo dalla comunità finanziaria internazionale, ma anche dai piccoli investitori americani che ne hanno apprezzato negli anni la saggezza e l’infallibile fiuto nell’investire, al punto da soprannominarlo l’Oracolo di Omaha. Per cui le sue parole, che spesso hanno un senso profetico, sono molto ascoltate sui mercati e i suoi aforismi sono diventati piccoli pilastri di un capitalismo sano e solido che prende le distanze  dalle spericolate alchimie della finanza moderna. Prima della crisi del 2008 Buffett disse che "i derivati sono armi finanziarie di distruzione di massa", e si guardò bene dal metterne nel proprio portafoglio. 
Da qualche anno le sue esternazioni politiche hanno sorpreso e spiazzato il grande capitale, ad esempio quando sostenne la candidatura alla Casa Bianca di Barack Obama. Questa settimana il fanta-mega-multi miliardario ha affrontato l’argomento tasse (e non per la prima volta) dichiarando in un’intervista alla ABC che “i ricchi dovrebbero pagare più tasse e le detassazioni dell’era Bush dovrebbero essere eliminate entro l’anno”. I sostenitori dei tax cut alle classi più agiate sostengono che questi sono utili all'intera società in quanto aumentano la propensione alla spesa, favorendo la domanda interna e, in poche parole, facendo girare l’economia. Ma Buffett replica che “i ricchi lo dicono sempre…ma questo principio non ha funzionato negli ultimi 10 anni”.  
Il Paperone del Nebraska dice che le tasse vanno tagliate alla classe media e ai meno  abbienti, mentre bisogna puntare sui grandi capitali perché “noi ricchi stiamo meglio adesso di quanto non lo siamo mai stati”. 
Ma che strani questi americani: hanno un tale senso della collettività (e della storia) che chiedono allo stato di mettere le mani nelle loro tasche per il bene comune (presente e futuro).   

La classe non è acqua

"Vedere il coglione di Bersani protestare con gli studenti, lui che con il suo partito ha distrutto la scuola, non ha prezzo"
Dal sito antiKomunista (blog "segnalato" dal sito del PDL)


24 novembre 2010

Pace sociale

"dimettetevi tutti, fate governare per un po' la sinistra e i finiani.ci riempiranno di tasse e immigrati,ma almeno scoppiera' la guerra civile.e la faremo finita"
Dal sito del PDL - Spazio Azzurro

Zorro alla Bocconi

Il paese dei furbi è in affanno (come dicevo anche nel post Viale del Tramonto): fin quando si competeva tra di noi in una sorta di campionato locale l’attitudine nazionale ad approcciarsi alle regole con scaltra flessibilità ha pagato proficui dividendi, ma adesso che la globalizzazione ha imposto una competizione su scala planetaria, ad aziende e sistemi-paese, le cose sono cambiate e l’Italia, da sempre paese che accetta il cambiamento con riluttanza, non riesce ad apportare quei cambiamenti radicali che le possano consentire di mettersi al pari degli altri.

Purtroppo, quando si tenta di affrontare le questioni nodali spesso si viene tacciati, nell’avvilente dibattito politico nazionale, di moralismo o, più sbrigativamente, di comunismo. Il che è ovviamente è risibile, ma la tecnica produce ancora risultati su una larga fetta dell’opinione pubblica (poco informata e poco scolarizzata, se proprio vogliamo dirla tutta).

Che la situazione sia piuttosto grave lo conferma il discorso pronunciato ieri da Guido Tabellini, Rettore dell’Università Bocconi, all’inaugurazione dell’anno accademico (la sintesi ufficiale la trovate qui). Il problema del nostro paese, a cui da oltre 15 anni la classe dirigente non riesce a dare soluzione, è la bassa crescita economica, precipitata dagli anni ’60 ad oggi costantemente: negli anni del boom il Pil pro capite (cioè la ricchezza media della popolazione) è cresciuto del 55%, ma anche nelle decadi successive il paese cresceva più dei partner europei, fino al rallentamento degli anni ’90 (crescita del 12%) e al crollo degli ultimi 10 anni in cui si è registrata addrittura una decrescita.

Il Rettore prova anche ad avanzare delle spiegazioni a questo fenomeno e lo fa con un punto di vista assolutamente interessante e spiazzante: è la mancanza di legalità “che ostacola il buon funzionamento delle istituzioni”, e ancora, con maggior precisione, “la tutela dei diritti di proprietà, l’eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, la protezione dall’abuso da parte dei governi spiegano la differenza tra i paesi ricchi e quelli poveri più di qualunque altra variabile economica, sociale o geografica…i paesi dove le istituzioni tipiche di uno stato di diritto e in particolare la giustizia funzionano meglio tendono a specializzarsi in settori produttivi più sofisticati”.

L’analisi del Rettore è impietosa, soprattutto per chi si alimenti principalmente dei dibattiti politici in TV che stanno ben attenti a non parlare di queste questioni, preferendo le frivolezze del chiacchiericcio di palazzo. La nostra economia appare essere tecnologicamente arretrata e questo ci mette a confronto con i paesi di recente industrializzazione (vedi Cina) con i quali la competizione può essere solo sul prezzo e quindi inevitabilmente perdente per noi a causa dei costi più bassi con cui i nuovi paesi possono abbattere la concorrenza dei manifatturieri tradizionali. Non solo, la nostra economia appare anche organizzativamente arretrata, con il culto feudale per la piccola e media impresa, perchè “stenta ad attuare il decentramento organizzativo che meglio si addice alle nuove tecnologie” (ma questo provate a spiegarlo alle camicie verdi, anche con un grafico produrrebbero solo dei grugniti gutturali di sbigottimento).

Silvan, un futuro da
direttore di TG
La conclusione del discorso è tutta dedicata a due malattie tipicamente italiche: l’evasione e il clientelismo. La prima “è un cuscinetto che permette di mantenere situazioni di inefficienza ed eccessiva frammentazione della struttura produttiva, riducendo la competitività sui mercati aperti” (appunto, come dicevo all’inizio: finchè si giocava tra di noi potevamo permettercelo, adesso non più), mentre il clientelismo produce “la prevalenza della fedeltà rispetto al merito e fa fuggire le persone di talento”, impoverendo in tal modo il nostro sistema economico complessivo.
Della precisa analisi di Tabellini nessun TG ha parlato.
In compenso tutti hanno fatto analisi linguistiche sul termine “vajassa” con cui la Carfagna ha apostrofato la Mussolini. 
L'informazione sa nascondere le cose meglio della prestidigitazione. 

22 novembre 2010

Sinagoga centrista

"Chi sono Fini e Casini per dire a Berlusconi di dimettersi?Solo noi che lo abbiamo votato possiamo decidere,loro che vadano nel ghetto che è il loro posto!!!!"
Dal sito del PDL - Spazio Azzurro

Italian Senator

Un tempo non ci filava nessuno. 
Durante l’egemonia DC (anche se oggi qualcuno prova a far credere, con un certo successo, che il paese sia stato sotto il tallone dei comunisti per 50 anni) la nostra politica estera era grigia come i politici che guidavano la Farnesina: i vari Fanfani, Moro, Rumor, Forlani, Colombo, Andreotti, erano personaggi al vertice della politica italiana, ma di certo non erano dei giganti internazionali e quindi il nostro paese poteva passare inosservato.

Adesso le cose sono cambiate, la nostra politica spettacolo si impone anche nei consessi internazionali, la nostra diplomazia ha una visibilità impensabile un tempo, la nostra classe dirigente conquista pagine cartacee e in html in tutto il pianeta.
Un tempo non saremmo mai stati in grado di conquistare una gag nel programma comico di punta della NBC 30 Rock, vincitore per 3 volte dell’Emmy come miglior serie comica. Grazie agli sforzi di una classe politica sempre pronta a dare lustro al paese adesso ce l’abbiamo fatta, siamo dentro 30 Rock:


21 novembre 2010

La banda è tornata

I ragazzi della Magliana sono tornati, armati “de feri” che sparano e di ferocia che (volenti o nolenti) affascina.
Per chi temeva che il miracolo produttivo della prima stagione fosse una magica miscela irripetibile, questa settimana Sky ha risposto mandando in onda una prima puntata della nuova stagione da lasciare intontiti per bellezza visiva, eleganza stilistica e sublime regia.

Una vera, indiscutibile eccellenza italiana, che non ha nulla da spartire con ciò che ci viene normalmente propinato dal piccolo schermo domestico (e addomesticato): agiografie di santi di tutte le epoche, stucchevoli biografie melò, antologie di categorie professionali (avvocati, carabinieri, marescialli, preti) o quadretti familiari da spot anni ’80.
Romanzo criminale non è nulla di tutto questo: per qualità e intensità, può essere messa sullo stesso piano delle migliori produzioni americane degli ultimi anni, e ciò gli è stato riconosciuto dai massicci e inusuali acquisti all’estero del prodotto. In Francia la prima stagione è stata trasmessa da Canal+ (qui una clip), mentre in Spagna, con l’ottimo titolo di Roma criminal, è stata mandata in onda da Digital+ (qui una clip che evidenzia l’orrendo doppiaggio). La serie sembrerebbe prossima anche allo sbarco negli USA, solitamente piuttosto impermeabili alle produzioni cine-tv: gli americani accolgono le macchine giapponesi, le scarpe italiane, i vini francesi e i soldi cinesi che finanziano il loro debito pubblico, ma per quanto riguarda film e serie rimangono a forme di autarchia da prima metà del ‘900. La HBO, il canale cult degli ultimi anni che ha creato Band of Brothers, Sex and the City, Sopranos, avrebbe acquistato i diritti della serie italiana, non si sa ancora se per trasmetterla o per girarla ex novo adattandola agli USA (pessima pratica, ma assai frequente da quelle parti).

Della prima puntata ricordo soprattutto la sequenza di puro lirismo in cui Bufalo, straziato dalla morte del Libanese alla fine della prima stagione, fa irruzione nell’obitorio per prendere la bara in cui riposa l’amico. Bufalo non riesce a staccarsi fisicamente dall’amico, vuole mantenere con lui ancora un contatto fisico, quindi vitale, e mentre trascina con dolore e fatica il feretro fuori dall’obitorio il suo dolente percorso è accompagnato dalla perfetta scelta musicale di Total Eclipse of the Heart (in versione ridotta e leggermente rimontata per venire incontro alle esigenze di scena).
Una sequenza in cui immagini e musica si fondono alla perfezione dando allo spettatore una profondità emotiva e una potenza visiva rara.
Posso dire una cosa forte?
Siamo a livelli Tarantiniani.




(Turn around) every now and then I get a little bit lonely and you're never coming round 
(Turn around) every now and then I get a little bit tired of listening to the sound of my tears 
(Turn around) every now and then I get a little bit nervous that the best of all the years have gone by 
(Turn around) every now and then I get a little bit terrified and then I see the look in your eyes 

(Turn around, bright eyes) Every now and then I fall apart  (X2)


(Turnaround) Every now and then I get a little bit restless and i dream of something wild 
(Turnaround) Every now and then I get a little bit helpless and im lying like a child in your arms 
(Turnaround) Every now and then I get a little bit terrified but then I see the look in your eyes 

(Turn around, bright eyes) Every now and then I fall apart (X2)

And I need you now tonight 
Cause we'll never be wrong together 
We can take it to the end of the line 
Your love is like a shadow on me all of the time 


I don't know what to do and I'm always in the dark 
We're living in a powder keg and giving off sparks 

I really need you tonight 
Forever's gonna start tonight 
Forever's gonna start tonight 

 Once upon a time I was falling in love
But now I'm only falling apart 
There's nothing I can do 
A total eclipse of the heart 

19 novembre 2010

Miracolo Italiano

Nel 2001 la Casa delle Libertà guidata da Silvio Berlusconi vince le elezioni sconfiggendo l’Unione di Rutelli con il 45% dei voti validi (alla Camera).
Che questo evento avrebbe portato nefaste conseguenze l’accorto osservatore lo avrebbe potuto intuire leggendo i sottili fili della trama che il fato andava tessendo: poche settimane dopo la vittoria elettorale un'eclissi solare totale avrebbe annunciato la vittoria della Palma d’oro di Nanni Moretti con l’atroce La Stanza del figlioTali segnali, purtroppo inascoltati, si sarebbero ben presto trasformati in tragedie su scala planetaria. 
A luglio Genova viene messa a ferro e fuoco negli scontri tra manifestanti no-golbal e forze dell’ordine, durante il vertice internazionale del G8Nemmeno 4 mesi dopo la vittoria elettorale il mondo intero precipita nella voragine dell’11 settembre: il più tragico attacco terroristico della storia toglie la vita a quasi 3 mila persone innescando una serie di reazioni a catena che fanno crollare le borse di tutto il mondo, mettono in crisi innumerevoli aziende e convincono l’Amministrazione Bush a varare il programma di Enduring Freedom, cioè uno stato di belligeranza permanente che ancora oggi ci portiamo dietro. Cosi nel 2002 viene invaso l’Afghanistan e l’anno dopo inizia l’attacco all’Iraq (su entrambi i fronti sono ancora impegnati migliaia di soldati).
Nel 2004 altri due tragici eventi ancora nelle menti di tutto il pianeta: a Beslan un commando di terrorosti assalta una scuola, alla fine degli scontri moriranno centinaia di persone; a dicembre uno tsunami senza precedenti semina distruzione nell’Oceano Indiano uccidendo oltre 200 mila persone e devastando le economie dei paesi colpiti. Nel 2005, forse perché si respira aria di cambiamento a Palazzo Chigi, non si registrano sciagure planetarie. 
Voldemort giura al Quirinale
Nel 2006 entrando in cabina elettorale gli italiani fanno tutti gli scongiuri del caso e se pur di stretta misura chiedono a SB di ritirarsi a vita privata circondato da corni rossi e corone d'aglio. Il passaggio di consegne è fondamentale e permette solo poche settimane dopo di portare a casa il 4° titolo mondiale di calcio (con una squadra che francamente ha ottenuto molto più di quanto ci si potesse aspettare) e i migliori risultati nella crescita del Pil del decennio (+1.9% sia del 2006 che nel 2007). La maggioranza perde presto i pezzi, un po’ per l’eseguità dei numeri in Parlamento e un po’ perché la coalizione appare male assortita: dai comunisti ai centristi, da Bertinotti a Mastella, da Harry Potter a Voldemort (Ministro delle politiche giovanili), dai giovani Verdi ai grigi del Partito dei pensionati, da Gatto Silvestro a Titti (poi passata al centro-destra grazie al nome da spogliarellista). 
Nel 2008 Prodi cade malamente e torna a Palazzo Chigi, tra squilli di tromba e invocazioni di buona sorte, Silvio Berlusconi, con una maggioranza schiacciante che promette di essere salda e capace di produrre quelle riforme che da tempo il paese invoca. La sorprendente capacità italiana di andare oltre le superstizioni tradizionali fa scoppiare pochi mesi dopo la più pesante crisi finanziaria dal 1929 e nelle cui acque malsane ancora oggi navighiamo a vista: il Pil italiano precipita (-1% nel 2008 e addirittura -5% nel 2009). E siccome il destino sa accanirsi come nessuno, nell'aprile del 2009 la terra di un bel pezzo dell’Italia centrale trema e l’Aquila viene distrutta da un terremoto.  

Pappagone
Papa straniero del PD?
Ovviamente nessuno ha intenzione di riabilitare nel terzo millennio le peggiori forme di superstizione, da cui per nostra fortuna il secolo dei lumi ci ha liberati dopo secoli di tragedie.
Ma...insomma...certe cose danno da pensare...e quantomeno si potrebbe suggerire, alle opposizioni preoccupate dai nefasti influssi sul paese del berlusconismo astrale, una campagna di comunicazione basata sul titolo della commedia teatrale di Peppino de Filippo "Non è vero ma ci credo". Almeno questo si può fare.
Nessun ritorno alla sanguinosa caccia alle streghe. 
Nessuna ricerca di bizzarri rituali anti-malocchio. 
Nessun volgare gesto scaramantico.
Nessuna danza alla Luna.
Ma soprattutto nessun ricorso a fatture, facciamo tutto in nero.


Spiegatevi meglio

"Sabato a palermo alle ore 16,30,scenderanno in piazza i giovani del pdl per protestare contro il governo lombardo"
Dal sito del PDL - Spazio Azzurro

18 novembre 2010

Gemelli PR

Apperò! Il Corriere che non ti aspetti. Quello che tutti danno come alfiere del grande centro prossimo venturo, quello che sarebbe pronto a fare da locomotiva rossa della discesa in campo di Montezemolo, quello sempre pronto a unire e sostenere i poteri forti. Bè proprio quello fa un articolo di colore/celebrativo di Vendola che arriva in California presentandosi al R20 (incontro sul cambiamento globale del clima) come esperto italiano di Green Economy.
L'articolo è interessante, ben costruito ed ha un taglio web-oriented: breve (tre stringati paragrafi) e con molto colore (l'incontro con l'ex Governatore Schwarzenneger). 
E' costruito per rimanere impresso nella mente del lettore e per fargli percepire un'immagine di Vendola 
- internazionale: l'incontro si tiene in America e lui viene accolto e riconosciuto dal consesso
simpatica: scherza con l'ex Conan 
- tradizionale: emerge anche a 10 mila km di distanza il legame con il territorio pugliese
- innovatrice: perchè in grado parlare di energie rinnovabili
- concreta: cioè, come dice un intervistato, diverso dagli altri politici italiani
Insomma, un articolo che sembra un comunicato stampa piazzato senza troppe rivisitazioni (eufemismo) sul sito del maggiore giornale italiano (anche se in posizione periferica). Le Fabbriche di Vendola iniziano a fare PR tradizionale per costruire l'immagine (direi glocal) di quello che vuole diventare lo sfidante di Berlusconi. 

17 novembre 2010

Quando c'era lui

Hanno la memoria corta,se torna la SX ricordate quello che ci ha fattto il gov,Prodi,Tasse, Multe,tagli,e stranieri a volontà,aggressioni furti e omicidi
Dal sito del PDL - Spazio Azzurro

Bersani vs Fini

In realtà non mi andava proprio di parlare del confronto tra Fini e Bersani sui rispettivi valori tradizionali a "Vieni via con me", soprattutto perchè la visione di Fabio Fazio per oltre cinque minuti mi fa l'effetto che la mela avvelenata fa a Biancaneve: un catatonico deliquio, ma senza nani operosi a cantare nei dintorni. Poi però ho letto la dichiarazione di Gasparri che ha definito l'intervento di Fini "un tema da quinta elementare" e mi sono detto: che idea fantastica! Mi trasformo in una maestrina degli anni '60 e il gioco è fatto.

Fini Gianfranco: l’alunno presenta la sua relazione con precisione, facendo riferimento ai valori della tradizione di appartenenza. Primo fra tutti il passato, già presente nell’incipit: “per la destra è bello nonostante tutto essere italiani”, per poi citare l’esercito, ma anche il volontariato, le imprese, ma anche le famiglie. Lo studente tratta poi le sfide del futuro che, per essere vinte, hanno bisogno di “istituzioni politiche autorevoli rispettate giuste”. E quindi conclude sui temi dell’uguaglianza, da intendere come “uguaglianza delle opportunità”, e della fiducia nel futuro. 
L’alunno dimostra spiccata padronanza dell’oratoria: il suo discorso ha un inizio netto che volge al passato e una conclusione chiara che guarda al futuro. L’uso della voce è accorto: ferma e solida, ma capace di variazioni che consentono di sottolineare i passaggi più incisivi. Lo sguardo però è di tipo comiziale: è rivolto costantemente alla classe, sia a destra che a sinistra, ma mai al centro dove siede la sola persona il cui giudizio conti qualcosa. Lo studente è interessato alla prosecuzione degli studi, si suggerisce l’indirizzo umanistico. 6+


Bersani Pierluigi: lo studente pare evidentemente non a proprio agio in classe, già prima di prendere la parola mostra nervosismo toccandosi gli occhiali come a cercare conforto. I contenuti lasciano piuttosto perplessi. L’incipit pare contorto: “la sinistra è l’idea che se guardi il mondo con gli occhi dei più deboli puoi fare davvero un mondo migliore per tutti”. Frase poco efficace, dalla quale si evince una visione un pò infantile della realtà: i deboli non sono mica tutti buoni . 
Il discorso appare slegato e sfilacciato, manca della benchè minima continuità e sembra quindi un raccordo di pensieri confusamente messi assieme: si va dalla Costituzione all’economia, dall’evasione alla salute, dalla donna all'ambiente, attraverso balzi logici non spiegati. Lo studente, al termine della prova, sostiene che i suoi appunti sono stati mischiati per dispetto dal piccolo Renzi dell’attiguo asilo.
La conclusione pare un’ammissione di colpa: “qui finisce il mio tempo ma non il mio elenco”, come a volersi giustificare del fatto che la relazione possa apparire incompiuta.
Lo studente dimostra scarsa sicurezza cercando sempre rifugio nei propri fogli: guarda di rado la classe e mai la maestra. L’alunno pare intenzionato a proseguire gli studi, si suggerisce la scuola di avviamento al lavoro. 4 

16 novembre 2010

A spasso col frate

"Saviano ringrazia questo governo che ti mantiene la scorta. Fosse per me ti manderei a spasso con quel frate camuffato di fazio a vedere cosa succede.Probabilmente niente perchè il tuo libro sono tutte balle raccontate da tua nonna"
da Il Giornale - commenti dei lettori

L'ispettore Straquhan 2

Lo ammetto: ho un debole per i villain e non capisco come gli altri non ne siano affascinati quanto me. Star Wars sarebbe una pappetta new age senza Darth Vader, l’Uomo Ragno sarebbe un trapezzista vestito da clown senza il Goblin ed Harry Potter sarebbe un noiosissimo ragazzetto se non fosse perseguitato da You-Know-Who.
E’ con questa mia personale inclinazione che mi spiego la simpatia (già espressa) per Giorgio Stracquadanio, Deputato PDL combattivo come un berretto verde agli ordini di John Wayne e fedele al grande capo come una perpetua degli anni ’50 lo era alla Chiesa.
Ieri il falco, intervistato dal Corriere, ha fatto letteralmente scintille. Interrogato sui segreti sommovimenti all’interno del partito si è tolto alcuni macigni dai mocassini, chiarendo al contempo quanto, quello che dovrebbe essere il perno della maggioranza, non sia altro che “una protesi del Cavaliere” (meglio non domandarsi che genere di protesi e che funzione possa avere). Insomma, tanto per essere chiari (perché Stracquadanio è come un metodo educativo progressista: non vuole lasciare indietro nessuno): “senza di lui il partito non esisterebbe. Tutti noi parlamentari non esisteremmo. Nessuno può pensare di esistere senza di lui”. Visione creazionista della politica.  
Poi arrivano le sferzate ad alcuni potenti del partito che “prima si sono molto spesi e che ora se ne stanno zitti zitti e buoni buoni... Sono due ministri: Mariastella Gelmini e Franco Frattini...se ne stanno un po' in disparte…dove vanno senza Berlusconi? Esistono senza di lui?”. E gran finale all'insegna dei buoni sentimenti “ho il massimo rispetto per il silenzio di una come Mara Carfagna. Perché è il silenzio di una donna in difficoltà…è vero che Berlusconi l'ha fatta diventare ministro, però è altrettanto vero che lei, la Carfagna, deve moltissimo a Italo Bocchino”.
Stavolta però l’Ispettore Straquhan si è beccato il rimbrotto di Berlusconi (che immagino sia stato tempestato di telefonate dagli offesi) per i suoi metodi spicci da romanzo hard-boiled.
Rimane chiaro però un punto: Stracquadanio sa usare i media, radicalizzando le posizioni senza mai, al contempo, alzare i toni. Mi ricorda le neonate frange Repubblicane in America che usano la stessa tecnica. Se dovessero nascere  i Tea Party in versione italiana (come alcune fonti sostengono) a fianco della Santanchè (perfetta per la loro guida) ci dovrebbe essere lui (e secondo me un pensierino ce lo sta effettivamente facendo: da qualche settimana sta lavorando per rafforzare sui media la propria immagine di fedelissimo).

PS: una velocissima nota su Mara Carfagna. Ho effettivamente l’impressione che il suo silenzio di questi mesi sia piuttosto rumoroso: nessuna parola pubblica di supporto al Premier è una scelta sorprendente. 
Se fossi Dylan Dog direi che il mio quinto senso e mezzo mi induce a pensare che il Ministro, che pare molto interessata alla candidatura come sindaco di Napoli, potrebbe essersi messa in finestra a vedere gli eventi senza troppo esporsi, in attesa di capire se vi siano concrete possibilità di ottenere la candidatura. Ma una volta ben annusato il vento, nel caso intuisse di avere la strada verso Palazzo San Giacomo sbarrata, credo proprio che sia pronta a levare le vele verso altri lidi...magari di quelli che parlano di futuro e non solo di libertà.
Notoriamente però i sensi supplementari non si basano mai su elementi di fatto. 

15 novembre 2010

Italiano precario

"Stasera da Fazio, Fini e Bersani,ci spiegheranno come rovinino L" Italia,cari elettori del PDL, ASTENETEVI A PAGARE IL CANONE. I comunisti anno invaso la Rai, merdosi"
Dal sito del PDL - Spazio Azzurro

Super Bersani

E' sempre divertente leggere i giornali italiani, anche in una giornata in cui sembra non accadere nulla d'interessante, improvvisamente ci si imbatte in una dichiarazione esplosiva sul Fatto
Secondo Sallusti (di cui parlavo qualche giorno fa) esisterebbe una ricca aneddotica sessuale anche sulla sinistra e non solo sul Premier. Dichiara il direttore del Giornale: "Bersani secondo il gossip è uno scopatore leggendario". 
Sotto un certo punto di vista mi sembra un discreto passo avanti rispetto alle solite accuse di ambigua omofilia che la destra berlusconiana usa contro gli avversari per difendere le abitudini del Cavaliere. O forse ci si prepara alla prossima campagna elettorale con una spiazzante strategia di comunicazione: terrorizzare l'elettorato paventando l'avvento di una nuova generazione di Super (dotati) Comunisti.

Coincidenze alcoliche

Uno dei miei spot preferiti è quello della Guinness lanciato nel 2008 per il mercato britannico. Bellissima l’animazione della Psyop, calda e profonda la voce narrante (dell’attore Donald Sutherland) e fantastica la scelta del brano musicale.
L’altro giorno in TV mi imbatto in uno spot della Peroni, molto meno tecnologico e che gioca sul classico clichè della nostalgia, e ho come l’impressione che la musica di sottofondo mi ricordi qualcosa.
Stessa categoria di prodotto (birra) e stessa scelta musicale (Mr Blue Sky della Electric Light Orchestra)?
Curiosa coincidenza o creativi in affanno? 
In ogni caso la Guinness batte a mani basse la Peroni.