Ferrara torna in TV con Radio Londra, pillola quotidiana di approfondimento che aveva già condotto per 5 anni sulle reti Mediaset con alterne fortune (esordì su Canale 5 per poi sprofondare tra i quiz e i cartoni animati di Italia 1).
La scenografia è praticamente identica al modello originale, con un gradevole gusto retrò e una scrivania rotante che fa venire in mente gli uffici tecnologici che Ken Adam disegnava per i cattivissimi capi della Spectre che tentavano di conquistare il mondo nei film di James Bond. Cambia la musica, un tempo la dolce Moonlight Serenade, oggi uno swing più sbarazzino, più allegro (forse per i 3 mila € a puntata del conduttore), da varietà del sabato sera degli anni ’60, di quelli che ti fanno pensare a Mina e Walter Chiari, al bianco e nero e ai vestiti optical, a conduzioni garbate e ad acconciature cotonate. La regia è efficace, ben sincronizzata sullo sguardo del conduttore, che al contrario di tanti colleghi della carta stampata sa nuotare bene dentro l’acquario televisivo.
Il tema, un po’ a sorpresa, è la tragedia giapponese, che permette al giornalista nei primi minuti (dei 5 complessivi) di evidenziare le differenze culturali tra il popolo del Sol Levante e la società occidentale. Poteva essere un ottimo inizio per fare una riflessione di ampio respiro e colta sulle differenze che ancora ci sono tra la cultura occidentale declinante e quella dell’estremo oriente in ascesa.
Poteva, ma le cose non sono andate cosi. Dopo 4 minuti di fumose e un po’ inconcludenti ciance sul terremoto, la natura, il Giappone, la paura, la filosofia della vita e la mentalità orientale, ecco l’improvvisa svolta, anzi picchiata, che precipita il Direttore del Foglio dalle altezze dei massimi sistemi al meschino cortiletto di casa nostra: “quando discuteremo del nucleare dovremo avere la stessa calma (dei giapponesi) per il futuro nostro, dei nostri figli e dei nostri nipoti”. Cioè, alla fine tutta la tirata filosofeggiante si riduce ad una richiesta di non farsi prendere dal panico quando tra qualche setttimana si dovrà decidere, con referendum, sulla reintroduzione in Italia dell’energia nucleare, definita da Ferrara “fonte indispensabile per i prossimi anni”. Affermazione questa tutta da dimostrare perché se fosse vero che il nucleare è indispensabile il mondo sarebbe prossimo alla fine dato che le scorte di uranio dovrebbero durare per non più di 50 anni.
Ma è la chiusa del conduttore a sorprendere, equlibrata e ragionevole: se il Giappone non dovesse riuscire ad evitare l’incidente atomico, l’Italia dovrà riflettere con attenzione se sia il caso di tornare all’uranio perché come dicono gli inglesi “better safe than sorry” (e via di swing con i titoli di coda).
Un punto di vista condivisibile e un po’ sorprendente per quello che era atteso come la testa di ariete televisiva del berlusconismo più intransigente. Ma l’ormai vecchio VetrioloV ha un sospetto, perché l’età porta con se un po’ di rincoglionimento, ma anche tanta sana cautela: l’equilibrio di Ferrara, il suo stare ben lontano dalla partigianeria militante dei portavoce ufficiali del Governo, è una tecnica accuratamente studiata che mira a creare sin dalla prima puntata un legame solido con il vasto pubblico di Rai 1, affinchè il giornalista venga percepito come autorevole e, soprattutto, equilibrato, capace anche di parlare contro le scelte della maggioranza. Secondo il fine stratega Ferrara, il referendum sul nucleare è un pezzo sacrificabile nell’attuale scacchiera politica, se questo serve a creare per sé un’aura di opinionista ragionevole e obiettivo. Cosi da risultare più convincente quando il gioco si farà duro e si affronteranno temi ben più delicati (giustizia, economia, riforme), sui quali si deciderà il futuro politico di SB.
L'apertura soft del programma non tragga in inganno: nei prossimi mesi ne vedremo delle belle...e per avere un'idea su ciò che ci aspetta basta vedere il Blog monografico in fondo.
L'apertura soft del programma non tragga in inganno: nei prossimi mesi ne vedremo delle belle...e per avere un'idea su ciò che ci aspetta basta vedere il Blog monografico in fondo.
Dicono di Giuliano Ferrara:
“Un atleta straordinario, un modello per me” - Hakuho Sho, campione di Sumo
“Ogni volta che vedo Ferrara in tv metto mano alla mia confezione di WeightWatchers” - Joseph Goebbels, capo della propagnada nazista
“Ma che me volevi fregà?” – VetrioloV, blogger sconosciuto